Saranno i personaggi che hanno vissuto nelle stanze affrescate di Palazzo del Bene a raccontare la storia della dimora simbolo di Rovereto. Immortalato in ogni cartolina e, al giorno d’oggi, negli scatti e nei selfie dei turisti che arrivano in città, il palazzo svela quei segreti che erano rimasti celati nelle stanze affrescate.
Dopo l’importante restauro conservativo che si è concluso un anno fa, Fondazione Caritro valorizza nuovamente la sua sede roveretana attraverso lo spettacolo portato in scena dalla compagnia Evoè. Una visita teatralizzata inedita, scritta da Maura Pettorruso dopo un’attenta ricerca storica. Il debutto è previsto per domenica 1 ottobre, con uno spettacolo aperto al pubblico alle ore 20, che verrà replicato venerdì 6 ottobre alle ore 18.30 (entrambi su prenotazione sul sito www.fondazionecaritro.it). Le altre repliche in calendario la prima settimana di ottobre sono riservate alle scuole e rientrano nella cornice dell’iniziativa “è cultura!” promossa ogni anno da Acri, l’Associazione nazionale di casse di risparmio e fondazioni, e Abi, Associazione bancaria italiana, che prevede ogni primo ottobre l’apertura e visite guidate delle sedi storiche degli enti partecipanti.
Il 2 ottobre 1906 il rinnovato Palazzo di piazza Rosmini di Rovereto apriva i battenti per la serata inaugurale, dopo 2 anni di restauro. Pochi anni prima, la Cassa di Risparmio di Rovereto lo aveva acquistato infatti dal Comune per insediarci la sua nuova sede: una casa per i risparmiatori di Rovereto, un luogo di incontro, di scambio e di crescita. Rovereto era una città in fermento, nuove grandi imprese tecnologiche – come l’illuminazione pubblica – stupivano gli occhi dei cittadini, l’industria era rigogliosa e la piccola città stava allargando i suoi confini. Anche la scelta del consiglio della Cassa di Risparmio di Rovereto, di dare una nuova dimora più prestigiosa al suo operato, rientra in questa politica di crescita e ammodernamento. Lo spettacolo ripercorre dunque quegli anni vitali e le epoche che hanno segnato la storia del palazzo. Così accompagnato dal presidente Plancher che tagliò il nastro dell’inaugurazione del 1906, il pubblico potrà entrare nel Palazzo che fu dei Del Bene e dei Conti d’Arco. Attraverso le parole degli attori e le suggestioni della musica, inizia un viaggio nel tempo per scoprire famiglie e storie che hanno abitato questo luogo.
Sarà Benone del Bene a raccontare del suo arrivo a Rovereto e della sua fortuna diventando i primi abitanti del palazzo. Poi l’incontro con una cameriera al servizio di una famiglia “agitata”, quella dei conti d’Arco. Gli spettatori attraverseranno il tempo delle clarisse, quando il palazzo ospitò questa rinomata istituzione religiosa voluta da Bernardina Floriani della Croce, per approdare nel 1870 quando le sale ospitarono studenti e studentesse. E, infine, una vivace polemica sul restauro del palazzo, segno dei tempi e delle grandi trasformazioni in corso. Un viaggio a ritroso per scoprire origini, storie e bellezze di questo palazzo “simbolo” di Rovereto.
In scena gli attori di Evoè accompagnati dalle musiche di Ester Wegher al violino. La regia e la drammaturgia sono di Maura Pettorruso.
ingresso gratuito previa iscrizione fino ad esaurimento posti