Un progetto di Finisterrae Teatri nella Casa circondariale di Trento
La balena, in scena sulle tracce di Moby Dick.

Dal 10 al 12 giugno si conclude il percorso teatrale nato all’interno di: “Per aspera ad astra, come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza”, un progetto nazionale di Acri e Fondazione Caritro.
La balena è il mammifero più grande che esista; la balena fa sbandare le navi; è un essere mitico, misterioso degli abissi, che fa tremare i marinai; è una delicata creatura che canta innamorata nelle baie del Sud. La balena come sogno e desiderio, come allegoria e scrigno di ricordi, come viaggio di cui non si vede la fine.
Da ottobre dello scorso anno un gruppo di attrici e di attori formatosi all’interno della Casa circondariale di Trento si è messo in viaggio proprio sulle tracce della balena più famosa: l’inafferrabile e temibile capodoglio Moby Dick. Come i marinai del Pequod, uomini e donne coraggiosi, provenienti da diverse parti del mondo, hanno sfidato il loro stato di reclusione per lanciarsi nell’oceano aperto e periglioso dell’immaginazione. Ed ora sono pronti a raccontare. Il 10 giugno prossimo (con repliche l’11 e il 12) presso il teatro della Casa circondariale a Spini di Gardolo, andrà dunque in scena “La balena – sulle tracce di Moby Dick”, uno spettacolo che, prendendo spunto dalla trama dell’immenso capolavoro di Melville, si muove inseguendo i sogni, in equilibrio precario tra salvezza e dannazione. Sogni che nutrono e sogni che ci trascinano nell’abisso del fallimento. Ma a volte il fallimento porta in sé qualcosa di immenso e meraviglioso e svela la grandezza dell’essere umano e dei suoi desideri. In esso s’accende il mistero della salvezza.
In scena è una ventina tra detenute e detenuti, che in questi mesi hanno avuto la possibilità di lavorare insieme a professionisti e professioniste del teatro, danza, drammaturgia, scenografia, regia… Il progetto nasce dalla Associazione Finisterrae Teatri sotto la direzione artistica di Camilla da Vico e Giacomo Anderle. La compagnia trentina già da alcuni anni realizza progetti di formazione all’interno della Casa circondariale. A partire dal 2024 è entrata a far parte del progetto nazionale “Per aspera ad astra – come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza” promosso da ACRI e da Carte Blanche – Compagnia della Fortezza di Armando Punzo e sostenuto da dodici fondazioni di origine bancaria, tra cui Fondazione Caritro. Il progetto raccoglie sedici compagnie operanti in altrettanti istituti di pena italiani. Proprio grazie al sostegno di ACRI e in particolare di Fondazione Caritro, e di APAS, e al supporto della Direzione e del personale educativo e di sorveglianza della Casa circondariale, Finisterrae ha avuto la possibilità di raccogliere attorno al progetto un nutrito gruppo di lavoro formato da artiste e artisti operanti in vari ambiti dello spettacolo dal vivo, uno staff organizzativo e una responsabile della comunicazione: Silvia Dezulian, Filippo Porro, Marta Marchi, Alessio Kogoj, Gabriele Zanon, Nadezhda Simeonova, Michela Cannoletta, Angela Micheli, Raffaella Fracalossi, Chiara Ioriatti, Silvia Benigni. Gli obiettivi sono molteplici: far sì che all’interno della Casa circondariale nasca un teatro, inteso come luogo fisico e immateriale in cui le persone possano sperimentare nuove forme di convivenza, di cooperazione, di bellezza e di libertà; affrontare un processo di creazione, dalla nascita dell’idea all’incontro con il pubblico, facendo propri nuovi linguaggi, vivendo entusiasmo e delusioni, fatiche e lievità del gioco; creare un ponte tra il carcere e la città, aprire finestre per poter guardare attraverso, attivando processi di trasformazione che agiscano tanto sull’interno, quanto sull’esterno.
Lo spettacolo di quest’anno sarà visibile solo da un gruppo ristretto di invitati. Per poter raccontare quanto sta avvenendo all’interno della Casa circondariale sono stati attivati due progetti paralleli: un podcast in tre puntate che sarà disponibile su spotify e sul sito ftteatri.it e un documentario curato da Harpolab.